Sviluppo sostenibile nella nostra quotidianità ed impatto positivo sul proprio territorio

Monica Tocchi, Presidente APA – Amministratori per l’Ambiente, ci illustra come lo Sviluppo Sostenibile possa essere la risorsa per molti aspetti della nostra quotidianità e come alcune pratiche virtuose possano avere un impatto positivo sul nostro territorio a partire dall’amministrazione dei nostri Comuni

Nel 2020 hai fondato Amministratori per l’Ambiente.
Qual è lo scopo di questa associazione e quali risultati ha raggiunto?

Insieme a un gruppo di amministratori locali abbiamo deciso di costruire una rete di sindaci, consiglieri e assessori per affrontare, in una logica di condivisione e di scambio, i temi legati all’ambiente e alla sostenibilità. La Rete ha elaborato da subito una carta dei valori sulla quale fondare la vita dell’associazione, contenente principi ed obiettivi destinati a guidare le nostre attività. Tra questi abbiamo previsto la costruzione di una “rete della sostenibilità”, attraverso il pieno coinvolgimento delle istituzioni, delle associazioni, della società civile, abbiamo favorito l’approfondimento delle tematiche ambientali e della sostenibilità. Ad oggi vantiamo una comunità di amministratori locali dislocati in tutta Italia e abbiamo già promosso una serie di iniziative volte ad approfondire i temi più importanti.

Le politiche ecologiche si considerano spesso come perseguibili solo a livello globale. Cosa possono fare gli amministratori locali per incidere positivamente sulla sostenibilità?

Senz’altro la tutela dell’ambiente è un tema da anni dibattuto a livello internazionale ed è stato proprio attraverso le grandi organizzazioni internazionali, come l’ONU, che è emersa la necessità da qualche decennio di affrontare il tema dello sviluppo sostenibile e di iniziare a considerarlo prioritario per favorire una crescita economica compatibile con la salvaguardia dell’ambiente e delle sue risorse. Oggi, grazie soprattutto all’impegno della comunità internazionale, è stato possibile definire gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), conosciuti anche come Agenda 2030, nelle agende politiche degli Stati membri. Nell’implementazione delle politiche ecologiche è essenziale però l’azione amministrativa delle regioni e dei comuni che calano e declinano a livello territoriale tali politiche. Gli amministratori locali, infatti, sono al centro delle azioni per la salvaguardia dell’ambiente perché hanno la possibilità di incidere direttamente e concretamente sui territori attraverso la promozione di progetti e l’adozione di buone pratiche sostenibili.

Quali sono secondo te le misure più importanti che occorre prendere in Italia in questo momento per porre le basi di uno sviluppo sostenibile?

Le basi per lo sviluppo sostenibile sono le stesse per tutti i Paesi membri dell’ONU, che dal 2015 ha lanciato l’Agenda 2030. 17 sono gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile inquadrati all’interno di un programma di azione più vasto costituito da 169 target da raggiungere a livello ambientale, economico e sociale entro il 2030. In particolare tutti i Paesi, compreso il nostro, dovranno promuovere piani d’azione volti a sconfiggere la povertà, garantire salute e benessere, un’istruzione di qualità, acqua pulita e servizi igienico-sanitari, energia pulita e accessibile, favorire una crescita economica sostenibile garantendo un lavoro dignitoso, investire nell’innovazione, promuovere città e comunità sostenibili, favorire azioni di contrasto al cambiamento climatico, proteggere gli ecosistemi terrestri e marini etc. L’Italia ad oggi ha mostrato segnali di miglioramento per alcuni obiettivi ma anche una sostanziale stabilità se non un peggioramento per altri. C’è ancora molto lavoro da fare per raggiungere gli obiettivi previsti. Rispetto ad esempio all’obiettivo di decarbonizzazione, l’attuale tasso di riduzione di emissioni è ancora basso e lontano.
Per raggiungere i livelli richiesti, il tasso di diminuzione delle emissioni di CO2 dovrebbe essere triplicato rispetto agli obiettivi previsti.

Nel nostro futuro, secondo te, ci sono le smart cities? Che caratteristiche avranno?

Le smart cities sono la via necessaria per una gestione sostenibile dei nostri territori. Ci sono già molte città, medi e piccoli comuni che nel nostro Paese stanno sperimentando la transizione verso modelli di comunità sostenibili, cercando di sfruttare il potenziale dell’innovazione e delle tecnologie digitali per una progettazione sostenibile e intelligente dello spazio urbano.
Credo che, alla luce degli ingenti investimenti stanziati a livello nazionale ed europeo per le politiche ‘green’, le città non potranno che continuare a cogliere l’opportunità della transizione ecologica dei propri territori, investendo nella digitalizzazione e interconnessione dei servizi, nell’efficienza degli stessi, nella mobilità elettrica, nella ristrutt urazione e rigenerazione urbana, nell’economia circolare. Le smart cities saranno città improtate al miglioramento della qualità della vita dei cittadini, che utilizzeranno le tecnologie intelligenti per ottimizzare il funzionamento dei servizi, garantendo maggiore efficienza, riducendo costi e sprechi, preservando le risorse e l’ambiente.

Ci sono esempi locali di eccellenza in questo settore? Puoi menzionarne qualcuno?

“Amministratori per l’Ambiente”, l’Associazione che presiedo, in collaborazione con una startup innovativa impegnata nella difesa dell’aria pulita (Wiseair) ha promosso un webinar sulla qualità dell’aria, volto a illustrare come i sensori intelligenti possano misurare la qualità dell’aria di un ambiente urbano, accertando i limiti di inquinamento e inviando dati e informazioni utili ad esempio agli amministratori per elaborare scelte e strategie. Questo è solo un esempio di come, nella smart city, le tecnologie siano funzionali al miglioramento dell’ambiente e della qualità della vita dei cittadini.
La città di Firenze è stata premiata dall’ICity Rank 2020 come prima tra le smart city italiane. Firenze ha investito molto nella trasformazione digitale promuovendo ad esempio un distretto smart per l’efficientamento energetico, la mobilità sostenibile, la sicurezza urbana e i servizi tecnologici, grazie a un investimento pari a circa 11 milioni di euro, 7,5 dei quali provenienti dall’UE. Oltre a questo la città di Firenze ha inoltre promosso una piattaforma per la gestione del verde pubblico, finalizzata a irrigare in modo intelligente e automatico i giardini pubblici, ottimizzando le risorse idriche. Certamente sono tanti gli esempi virtuosi che a livello italiano, al pari del capoluogo fiorentino, hanno intrapreso la strada della smart city, investendo in piattaforme digitali, open data e trasparenza, app municipali, wi-fi pubblico.
Senz’altro le ingenti risorse messe a disposizione nel Recovery Fund rappresentano oggi una grande opportunità che i comuni dovranno dimostrare di saper cogliere per avviare un piano di trasformazione tecnologica dei propri territori.

Ambiente Magazine

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